Andare oltre la demonizzazione
dei grassi
Per chi combatte con il proprio peso, dietro alla parola ‘grasso’, si apre un mondo piuttosto variegato e diabolico.
Quand’è stata l’ultima volta che sei riuscitə a goderti una succulenta bistecca, una deliziosa fetta di formaggio stagionato, o un fantastico ovetto strapazzato in una noce di burro? Quando dico goderti intendo assaporarti pienamente la loro bontà senza farti mancare il respiro perché la calcolatrice impostata di default sulla sommatoria di acidi grassi saturi e insaturi è andata in WARNING.
Grazie alla scienza che ha condannato i grassi, soprattutto quelli saturi, a essere i responsabili del dilagare delle malattie cardiovascolari, le nostre abitudini alimentari hanno, nel tempo, subito una profonda trasformazione. Nel giro di pochi decenni siamo passati da un’era full-fat in cui portavamo sulle nostre tavole prodotti naturali, come latte, burro e uova, spesso comprati da un piccolo produttore locale di fiducia, ad un’era low-fat trascorsa al supermercato spesso alla caccia di etichette più che di prodotti. Abbiamo imparato a distinguere grassi saturi, monoinsaturi, insaturi trans, polinsaturi e ci siamo ossessionati con l’idea di far stare sotto una magica percentuale dettata dall’esperto del momento tutto ciò che faceva anche solo rima con ‘grasso’.
Fortunatamente, l’approccio alle malattie croniche si sta allontanando dalla visione nutricentrica del cibo che attribuisce onori o colpe a singoli nutrienti, e riconosce sempre di più il valore protettivo esercitato dagli schemi alimentari. Gli effetti benefici derivanti dalla sinergia di più alimenti sono di gran lunga superiori a quelli attribuibili a un singolo nutriente. Analoga complessità vale anche per lo stato di malattia: è semplicistico attribuire la causa di una malattia derivante da uno stato infiammatorio, come può essere una malattia cardiovascolare o l’obesità, a un singolo colpevole, come i grassi, giusto per restare in tema.
All’interno di una dieta pensata all’insegna della qualità, varietà e moderazione non esistono né cibi miracolosi né cibi nocivi.
Il cibo è informazione per il nostro corpo, e quanto più questa informazione è diversificata, tanto più è elevato il fattore protettivo prodotto sul nostro stato di salute e benessere: è una questione di sinergia tra nutrienti, non di rivalità. E questo vale anche per i grassi.
Abbiamo demonizzato per lo più i grassi saturi, prediligendo quelli insaturi: sì agli omega-3, guerra agli omega-6, manco fossero i cattivoni della storia!
Ma i grassi saturi non sono affatto da eliminare, perché anch’essi, come quelli insaturi, in quantità moderata, svolgono funzioni fondamentali alla nostra sopravvivenza. I grassi sono parte della membrana delle nostre cellule, intervengono nel buon funzionamento del sistema cardiovascolare, nella regolazione di ormoni e neutrosmettitori, e quindi sono un prezioso strumento di comunicazione all’interno del nostro organismo. In ultimo, può sembrare assurdo ma, attenzione attenzione, alcuni di questi grassi giocano un ruolo anche nella regolazione del peso.
La parola magica è, ancora una volta, collaborazione: sono l’essere sempre più consapevoli dei segnali del nostro corpo, in aggiunta al saper sempre più riconoscere e rispettare i messaggi che ci invia, al capire quando ci dice ‘ho fame’, oppure ‘sono sazio a sufficienza’, e all’andare oltre i miti alimentari del momento o le credenze assurte a verità, a sostenere al meglio il nostro sistema e a garantirci salute e benessere.
In altre parole: mi concedo quello che davvero mi piace, perché il mio corpo mi guida in sicurezza verso il nutrimento e l’appagamento, e la mia mente, rasserenata sul valore benefico del cibo, non solo non interferisce più con il corpo e i suoi bisogni ma dà loro il suo benestare.
Cosa accadrebbe alla tua relazione con il cibo se non ci fossero più alimenti da demonizzare?
Un vera rivoluzione, giusto?! La rivoluzione con cui puoi finalmente concederti di sostituire alla strategia dell’esclusione quella dell’inclusione.
Ci sarebbe molto da aggiungere in merito ai criteri qualitativi su cui basare questa inclusione ma, per ora, inizia ad esercitare il potere della scelta, liberə dal condizionamento ‘il grasso fa male’.
Nelle prossime liste della spesa, concediti ciò che ti piace e lasciati guidare dal principio che ciò che è delizioso al tuo palato, e minimamente elaborato, è un cibo di qualità.
Che sia un bel trancio di salmone pescato (magari non nell’Atlantico che lì di wild c’è rimasto ben poco), un buon burro comprato dal contadino, un assaggio di formaggio stagionato dell’alpeggio, o una profumata fetta di salame artigianale.
Usa le tabelle che trovi qui di seguito per aprire sempre più il palato del tuo buongustaio interiore.
Esplora le diverse categorie, anche quelle in cui non ti sei mai avventuratə fino ad ora. La conoscenza ti guiderà verso scelte all’insegna della qualità e della varietà; l’ascolto consapevole del tuo corpo e dei suoi segnali ti farà trovare una sana gratificazione e a non scivolare nell’esagerazione.