La storia del perfezionismo: come trovare il vero benessere quando il cibo è un nemico da evitare
Tutto inizia con te che ti dici di avere qualcosa che non va, che sei fallatə, e che quella falla è inaccettabile: sì, proprio inaccettabile, perché se mai qualcuno la scoprisse, perderesti anche il poco amore che ti permetti di ricevere. E allora fai di tutto per nascondere la tua imperfezione, e visto che sei fallatə, e in quanto fallatə insufficiente, devi recuperare. Come? Facendo. Ma non facendo qualsiasi cosa pur di fare: facendo qualsiasi cosa in modo impeccabile, perfetto.
Calcolo e controllo diventano i tuoi più fedeli compagni di viaggio. Il presente, be’ sì esiste, ma solo per ricordarti che il futuro sta arrivando, incombente, apocalittico. Il tuo respiro è costantemente rotto, come chi arranca, in affanno, per non soccombere, non cedere, non cadere. Non sbagliare. Mai.
I tuoi bisogni? Chiaramente non c’è spazio per loro: anzi, sono solo degli impicci da mettere a tacere. Le tue emozioni? Fuorvianti. Meglio adattarsi al sentire comune e occuparsi dei bisogni altrui.
Va bene o male per me? Non c’è tempo per chiederselo: abbiamo cose più importanti da fare, qui. Ci sono parametri più utili da seguire: l’efficienza, per esempio. E l’ordine, certo. Quell’ordine schematico che ci dà l’illusione di poter controllare il caos del tutto e di eliminare la complessità.
Le persone e le situazioni diventano così o giuste o sbagliate, o buone o cattive. E se non sei tu a stabilire questi criteri, e non lo sei perché abbiamo appena visto che non hai tempo per ascoltarti e per chiederti cosa funzioni davvero per te, allora chi?
Il mondo là fuori, ovviamente. Lui sì che sa. Lui sì che merita di essere ascoltato.
Non so tu, ma io, già solo per quanto detto finora, dò poche probabilità alla storia di rivelarsi una commedia. Vediamo se c’è quantomeno modo di non trasformarla in tragedia.
Mettiamo che tu – di già che sei arrivatə al mio blog e hai resistito fino a questo settordicesimo paragrafo –, usi le tue belle regolette sul come vanno fatte le cose a regola d’arte anche per scegliere cosa mangiare.
Ovunque ti scontri con messaggi sul mangiare salutare: tv, riviste e internet non fanno altro che proporti un qualche prodotto dagli eccellenti benefici per la tua salute psico-fisica. Il messaggio sottostante è che quel che mangi può migliorare la tua salute. Allo stesso tempo, però, ti si dice anche che se fai un passo (morso) falso, hai già un piede nella fossa. Dici che sto esagerando? Purtroppo no. Prova a googlare “cibi che possono uccidere”, e poi vediamo se non trovi anche tu settecentoquarantaduemila risultati.
Tutto questo ti crea confusione, e non solo. Al dubbio su cosa scegliere, infatti, si aggiunge anche il senso di colpa per mangiare il cibo ‘sbagliato’: «Maledizione! Ho mangiato due fette di torta al rabarbaro. Qui c’è scritto che l’acido ossalico contenuto nelle foglie di rabarbaro può portare ai calcoli renali e in alte quantità è letale. Ben due fette…e io non ho i calcoli, oddiooooo».
Qui ho voluto scherzare un po’ ma, in realtà, c’è ben poco da ridere, anche perché a questa confusione e a questo senso di colpa si aggiunge il peso dell’ansia di dover essere slim. Tutto quanto, insomma, concorre a creare in te l’idea che il cibo sia un ‘nemico da evitare’.
Puoi persino arrivare a vivere con angoscia ogni morso che dai, e a fare la spesa scrutando le etichette con attenzione maniacale. E quando vai fuori a cena, ritrovarti a interrogare il cameriere su cosa c’è nel cibo e sul com’è stato preparato, per assicurarti che tutto sia secondo tua richiesta. Potresti anche arrivare a dedicare la maggior parte del tuo tempo a pianificare il prossimo pranzo o spuntino, continuamente preoccupatə di cosa mangiare.
Che botta! È tutto tremendamente complicato: tutta quella scelta di cibo ti spaventa ma, al tempo stesso, ti fa sentire incapace. Non ti spieghi come sia possibile che con tutta quell’abbondanza di opzioni tu non riesca a trovare la tua quadra per stare bene.
La ricchezza di offerta della nostra società può essere per te fonte di abbondanza solo se, innanzitutto, quell’abbondanza la consideri un tuo diritto, e se, nel riconoscerti meritevole per ciò che sei (e non per ciò che fai), ti metti al centro delle tue decisioni e persegui la salute autentica.
La vita, l’amore e l’abbondanza sono tuoi diritti di nascita e non c’è niente che tu debba fare per conquistarteli.
Raggiungere una salute autentica è un processo dinamico di integrazione tra il tuo mondo interiore e le linee guida di benessere del mondo esterno: detto in soldoni, sono i tuoi reali bisogni a scegliere quali sono i consigli nutrizionali e di stile di vita che fanno per te e che ha senso prendere a prestito dal mondo.
E quali sono i tuoi reali bisogni? Sono forse i desideri dettati dalla tua mente? Quella mente dai mille no che anzichè proteggerti dai pericoli del mondo ti carica di frustrazione e sensi di colpa? O sono i bisogni del corpo? Quel corpo che, nella sua innata saggezza è in grado di guidarti verso cosa è nutriente, sano e appagante, proteggendoti al tempo stesso da privazioni ed eccessi?
Lo so, non è semplice fare questo atto di fiducia, ma cosa ci perdi a dare al tuo corpo una chance? Non mi pare che a farti portare da una mente ubbidiente alle più disparate raccomandazioni salutistiche – dalle basi scientifiche spesso travisate –, tu ti sia conquistatə un posto al sole.
Per decenni hai recitato il mantra: «Le uova sono il nemico numero uno per il colesterolo», poi, un bel giorno contr’ordine: «Le uova sono la proteina completa per eccellenza». Tu che miri alla perfezione, cosa ci perdi a mollare un sistema imperfetto per uno perfetto?
Il tuo corpo sa perfettamente di cosa e quanto ha bisogno per sostentarsi al meglio, infatti, ogni suo meccanismo è meticolosamente progettato per procacciargli il miglior nutrimento e appagamento possibili.
L’unico problema è che noi, con tutte le trappole che la socialità ci tende da che siamo piccoli, abbiamo smesso di ascoltare i suoi messaggi e dimenticato di assecondare il suo (nostro) piacere.
L’unica soluzione è riconnettersi con i nostri segnali di sazietà e pienezza: ubbidire a questi segnali ci permette infatti di non rischiare l’eccesso e, di conseguenza, di poter far rientrare nella nostra vita il piacere senza l’ombra del peccato.
Il nostro corpo, se ascoltato, ci può indicare la via della moderazione, quella splendida via di mezzo fra il tutto e il niente, il giusto e lo sbagliato che la nostra mente ci nasconde.
In quella moderazione c’è la libertà di aprirci alla varietà e di liberarci dall’ossessione del ‘nemico da evitare’: in moderate quantità nessun cibo è nocivo (fatta eccezione magari per qualche fungo), e tutti sono preziosi. La varietà nutrizionale è amica delle nostre cellule, proprio come ci dimostra il successo della dieta mediterranea, una dieta contraddistinta da un’ampia varietà di cibi (freschi), e divenuta in tutto il mondo sinonimo di salute.
Concludo con una riflessione che è sì ultima ma non per importanza.
La salute autentica non si consegue semplicemente mantenendo il nostro corpo atletico e sfamando le nostre cellule col giusto cocktail di nutrienti. Noi esseri umani siamo innanzitutto degli animali sociali, e questo fa sì che la nostra salute autentica sia fortemente determinata dalla salute delle nostre relazioni, e queste, si sa, sono costantemente costellate da rendez-vous con il cibo.
Abbracciando la via della moderazione potrai ricominciare a dire di sì al cibo, e questo sì riporterà nella tua vita feste di compleanno, cene con amici, pause pranzo con colleghi, e tutte quelle occasioni di convivialità che per lungo tempo ti sei negatə in nome di un bene che non era il tuo, e che fanno la differenza fra il sopravvivere e il vivere.
Ma come puoi incamminarti sulla via della moderazione? Risalendo al vero motivo per cui ti dici tanti no.
Cosa si nasconde dietro il tuo bisogno di proteggerti dal cibo? Cos’è che stai cercando di controllare veramente? A quale parte di te stai dicendo no?
Vuoi lavorare sul tuo perfezionismo e sui tuoi no al cibo?
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Questa settimana nel Dispensario trovi: un esercizio per riconquistare la fiducia nel tuo corpo e una lettura che ti aiuterà a conoscere meglio i rischi per la salute connessi al privarsi di una dieta varia.